Lo scorso mese di aprile l’Ordine ingegneri e architetti del Cantone Ticino (OTIA) ha organizzato un seminario denominato “La deontologia nel settore dell’architettura e dell’ingegneria”, per la promozione e la presentazione di una nuova pubblicazione sull’argomento: il “Vademecum del Codice deontologico” (OTIA, 2019).
La pubblicazione è poi stata recapitata a tutti gli affiliati OTIA, ed è pure disponibile online.

Perché una pubblicazione del genere?
Al di là delle disquisizioni filosofiche sui concetti di etica e di deontologia, dal momento che l’OTIA si era dotata di un codice deontologico nel 2010 e che questo è stato ratificato dalle autorità competenti nel 2011, dovrebbe sussistere una certa chiarezza su principi e applicazione di tale documento (codice 705.456 della raccolta delle leggi del Cantone Ticino). O no?

L’argomento ha una certa attualità, in questo periodo di globalizzazione, di fusione fra studi di ingegneria e di acquisizione di studi di ingegneria locali da parte di multinazionali del settore, con il conseguente rischio di esportazione delle prestazioni o dei profitti, a beneficio soprattutto degli azionisti di queste ultime.

Anche la discussione del 2017 sulle tariffe orarie massime di ingegneri e architetti, sviluppatasi tra la Conferenza di coordinamento degli organi della costruzione e degli immobili dei committenti pubblici (KBOB) e la Commissione della concorrenza (COMCO), riporta alla ribalta temi legati alla deontologia di ingegneri e architetti.

Forse l’argomento “deontologia” nella professione dell’ingegnere e dell’architetto è di troppo recente introduzione (lo è di sicuro rispetto al primo e più famoso codice deontologico, il giuramento di Ippocrate), e necessita perciò di continui approfondimenti e ripassi?

In definitiva, ben venga un ripasso del codice deontologico sotto forma di vademecum: buona lettura!