Chi lavora su cantieri di genio civile la conosce: la raccomandazione SIA 431 “Entwässerung von Baustellen / Evacuation et traitement des eaux de chantier” è in vigore da ormai più di vent’anni e, benché manchi una versione italiana, è conosciuta e utilizzata anche nella svizzera italiana. Trattandosi di una raccomandazione, non ha il carattere imperativo di una norma, ma può essere considerata come definizione dello stato dell’arte, e anche sulla sua base i cantoni (a cui compete la polizia delle acque) hanno poi redatto delle linee guida sul tema.
Proprio in questo periodo, la società svizzera degli architetti e degli ingegneri (SIA) ha posto in consultazione la revisione di tale documento, in vista della sua adozione quale norma svizzera (SN).
Quale occasione migliore per occuparsi di questo argomento?
Il tema, seppur delicato perché coinvolge un bene naturale prezioso come l’acqua, è piuttosto lineare: da una parte si definiscono le tipologie di acqua da gestire, e dall’altra le possibilità di smaltimento con le relative condizioni.
In mezzo, sono previste una serie di accorgimenti organizzativi e tecnici per separare e trattare convenientemente le differenti qualità di acqua, in modo da minimizzare gli effetti sull’ambiente, ma anche di garantire la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica dell’operazione.
Tutto chiaro? Aspettiamo che esca la nuova norma, e poi potremo aggiornare la discussione.